15 maggio 2015

Contro il legalese

Il legalese è il linguaggio oscuro dei documenti delle pubbliche amministrazioni e dei tribunali. Per un’analisi intelligente di cosa si sta facendo in Italia in tema di semplificazione ragionata del linguaggio amministrativo puoi consultare il sito del Prof. Cortelazzo, docente di Linguistica dell’Università di Padova.

Utilissimo per tutti coloro che scrivono testi per un grande pubblico di cultura media è un prezioso opuscolo della Comunità Europea intitolato Scrivere Chiaro che potete scaricarvi direttamente da questo sito.

Le origini della lunga lotta per la semplificazione del linguaggio amministrativo e democratizzazione del ‘burocratese’ probabilmente inizia con un libricino scritto nel Regno Unito da Sir Ernest Gowers nel 1948  Plain Words, a guide to the use of English consultabile da questo sito, Sir Gowers descrive i principi di base per un linguaggio amministrativo e legale preciso e alla portata di tutti analizzando tutto quello che è superfluo e non comunicativo,.

Credo che a distanza di decenni sia una pubblicazione ancora utile per coloro che devono comunicare in maniera chiara (ma ci riescono) informazioni per i clienti di banche o assicurazioni, redarre un bando di concorso, comporre scritti di vario genere, dalle bollette del gas ai regolamenti stampati sul retro dei biglietti del tram (cioè dei ‘documenti di viaggio’), ai colonnelli dell’Aeronautica che leggono le previsioni del tempo alla TV chiamando ‘forti piogge’  ‘rovesci di carattere temporalesco ‘, ecc.

Sugli stessi principi la House of Commons del parlamento britannico ha pubblicato qualche anno fa un gioiello di opuscolo che dovrebbe essere affisso in ogni ufficio pubblico italiano e recitato quotidianamente come una preghierina dai nostri burocrati, politici, amministratori, sindacalisti, ecc. Riporto alcune frasi prese dal sommario che esprimono le intenzioni di coloro che lo hanno scritto

“Politics and government are public activities, and so politicians and public servants should
use language that people find clear, accurate and understandable. We undertook this
inquiry because we were concerned that too often official language distorts or confuses
meaning. This is damaging because it can prevent public understanding of policies and
their consequences, and can also deter people from getting access to public services and
benefits.
[…] Bad official language deserves to be mocked, but it also needs to be taken seriously. We
hope that our conclusions and suggestions will encourage government to mind its
language in future.

A chi interessa l’argomento consiglio di leggere uno dei capostipiti di questa battaglia condotta in U.S.A. contro ‘il parlar sottile’ in ambito giuridico, il testo del Professor Mellinkoff  citato nella bibliografia  e di cui riporto una breve citazione

         “We lawyers do not write plain English. We use eight words to say what could be said in two. We use arcane phrases to express commonplace ideas. Seeking to be precise, we become redundant. Seeking to be cautious, we become verbose. Our sentences twist on, phrase within clause within clause, glazing the eyes and numbing the minds of our readers. The result is a writing style that has, according to one critic, four outstanding characteristics. It is “(1) wordy, (2) unclear, (3) pompous, and (4) dull.”

(Mellinkoff, The Language of the Law, 1963)

Per avere un’idea di cosa s’intende scrivere un testo giuridico che sia linguisticamente chiaro, comunicativo e con il massimo d’informazione utilizzando il minimo di parole consulta il breve testo di Wydick  Plain English for Lawyers. L’indice ci offre alcuni consigli essenziali ed errori da evitare per coloro  che compilano (nel nostro caso apprezzabilissimo anche per chi li traduce) documenti legali che abbiano le caratteristiche appena accennate.

Per essere al corrente delle attività di un gruppo d’opinione molto attivo e agguerrito, da cui conviene prendere spunto per combattere coloro che vogliono reintrodurre o perseverare nell’uso del linguaggio astruso in ambito giuridico in qualsiasi parte del mondo e di cui abbonda tanta letteratura burocratica italiana, consulta il movimento d’opinione britannico chiamato Plain English.

Il Presidente Obama ha firmato nel 2010 una legge federale che obbliga tutte le amministrazioni che hanno relazioni con il pubblico ad usare una lingua chiara, concisa e facilmente comprensibile.

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